Biologia molecolare, cancro

Perchè ci ammaliamo più di uno scimpanzè? Nuovi indizi sui nostri meccanismi evolutivi.

Gli scimpanzè praticamente non conoscono il cancro o le malattie neurodegenerative eppure hanno in comune con noi circa il 99% del DNA. Come mai? Fermo restando che in quel restante 1% non si trova la risposta, i ricercatori cercano di comprendere dove sia la base di questa differenza di comportamento.

Dal Georgia Institute of Technology arrivano dei risultati che aggiungono un tassello alle nostre conoscenze. Il gruppo guidato dalla dr.ssa Soojin Yi si è concentrato su una peculiare modificazione del DNA, detta metilazione, che è in grado di variare l’espressione dei geni coinvolti senza per quello alterare l’informazione genetica e la sequenza nucleotidica. La metilazione è una modificazione epigenetica (influenzata da fattori esterni) per la quale si possono identificare degli schemi ricorrenti (pattern), che hanno una diretta influenza sull’espressione di uno o più prodotti genici. Il gruppo di ricerca di Yi ha quindi deciso di comparare i pattern di metilazione tra le specie per studiarne le eventuali differenze.

Yi e colleghi hanno analizzato campioni della corteccia prefrontale di tessuti umani e di scimpanzè osservando, prima di tutto, che la metilazione è un processo di intensità variabile, strettamente dipendente dal sesso ed età del soggetto. Nel confronto inoltre hanno osservato una serie di importanti differenze tra le zone metilate. Analizzandone la funzionalità si sono resi conto che nell’uomo la metilazione interessa particolarmente loci, ossia regioni del cromosoma, noti per il coinvolgimento nello sviluppo di malattie neurologiche, psicologiche e nel cancro.

Sembrerebbe quindi che la metilazione sia stata un meccanismo molecolare importante nell’ambito dell’evoluzione, favorendo la conseguente divergenza delle due specie ma, nello stesso tempo, potrebbe anche aver contribuito ad innescare nell’uomo una maggiore vulnerabilità per alcune patologie.

“I nostri risultati suggeriscono, ma non determinano con prova certa, che la divergenza epigenetica potrebbe essere particolarmente importante per alcune malattie dell’uomo moderno” dice la dr.ssa Yi, aggiungendo “ Queste scoperte, nel lungo termine, potrebbero contribuire allo sviluppo di migliori strategie terapeutiche per alcune malattie”

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